EPPUR SI MUOVE – Intervista a On. Manuela Gagliardi

Da oltre un decennio, tutti coloro i quali hanno affrontato il problema della non autosufficienza hanno messo in evidenza il dramma che vivono le famiglie.

Nonostante l’intervento dello Stato in ambito ai servizi socio-sanitari, il peso dell’assistenza domiciliare è sostanzialmente a carico delle famiglie.

Finalmente la politica sembra aver messo il problema fra i temi in agenda. Il Ministero del Lavoro ha creato un gruppo di lavoro sul tema con a presidente Livia Turco.

Nelle prossime settimane inizieranno i lavori della V° Commissione della Camera dei Deputati per esaminare gli emendamenti sul decreto Sostegni bis. Si penserà  che si tratti di uno di quei tanti momenti che sono staccati dalla vita quotidiana delle persone ma, udite, udite, tra questi emendamenti ce nà© uno che potrebbe rivoluzionare l’assistenza per non autosufficienti.

In sintesi, propone un consistente sgravio fiscale per scaricare i costi sostenuti dalle famiglie per assistere un soggetto non pi๠autosufficiente.

Si tratta del 30% su una spesa sostenuta fino a 15.000 euro all’anno e 50% se il servizio venisse pagato con criteri di tracciabilità . Nella sostanza, se la famiglia paga la badante assunta risparmia 4.500 euro, se acquista un servizio con l’operatore d’aiuto da un’agenzia, il risparmio arriverebbe a 7.500 euro.

A presentare l’emendamento è stata l’On. Manuela Gagliardi, spezzina e facente parte del gruppo parlamentare di Coraggio Italia.

Abbiamo rivolto a lei alcune domande:

Domanda: quali sono state le motivazioni che l’hanno indotta a presentare questo emendamento?

Risposta: l’assistenza sanitaria a un soggetto non autosufficiente è un tema prioritario ma molto delicato da affrontare, che tocca tante famiglie nel nostro paese, dove gli anziani sono sempre pi๠numerosi e rappresentano la principale fascia “fragile” insieme ai malati cronici. La mia regione, la Liguria, è la pi๠anziana d’Italia, quella dove è pi๠evidente la necessità  di andare incontro ai bisogni dei malati nel proprio domicilio, attraverso i servizi di assistenza domiciliare e di prossimità . Agli anziani vanno poi aggiunte le persone non autosufficienti per altre ragioni, come le malattie croniche e invalidanti. Nonostante si tratti quindi di una platea piuttosto ampia e che tenderà  a crescere ritengo che l’attenzione dedicata sinora non sia stata sufficiente: ho pensato che se lo Stato, attraverso i servizi socio-sanitari locali, non riesce a farsi carico, nella pratica, dell’assistenza di queste persone è giusto che intervenga almeno da un punto di vista economico, fornendo un aiuto ai familiari con la formula dello sgravio fiscale.

Domanda: pensa che sia sufficiente l’intervento fiscale per risolvere il problema della non autosufficienza?

Risposta: l’assistenza domiciliare è un grande impegno dal punto di vista economico per i familiari del soggetto non autosufficiente, perchà© l’operatore si occupa spesso a tempo pieno della persona. Non tutti i nuclei familiari possono permettersi questa spesa, di fatto si tratta di un contratto di assunzione vero e proprio, quindi ritengo sia doveroso intervenire con un sostegno in termini di sgravio fiscale da parte dello Stato. Però il supporto economico non è tutto: sarebbe utile anche un aiuto da un punto di vista psicologico per i familiari, che spesso invece vengono lasciati soli ad affrontare la malattia dei propri cari, spesso costringendoli a appoggiarsi a strutture residenziali socio-sanitarie, che però non sempre sono in grado di accogliere tutti i soggetti richiedenti perchà© la domanda supera le effettive disponibilità . Partendo dal presupposto che la propria casa è la soluzione da privilegiare, credo che ci sia ancora molto da migliorare.

Domanda: qual è la sua opinione in merito alla costituzione del gruppo di lavoro creato dal Ministero del Lavoro sul tema della non autosufficienza e quali sono i temi di maggiore importanza su cui lavorare?

Risposta: penso che la costituzione di questo gruppo di lavoro sia un buon punto di partenza per affrontare sotto i vari punti di vista il tema, ma occorre accelerare sui lavori, non è accettabile che il nostro paese non sia ancora dotato di una legge sulla non autosufficienza, è una questione di civiltà . Penso che, innanzitutto, si debba partire da quelli che devono essere i livelli essenziali delle prestazioni di assistenza e, in seconda battuta, si debba affrontare l’aspetto della domiciliarità  e prossimità  delle prestazioni socio-sanitarie. La non autosufficienza infatti si intreccia con la necessità  di potenziare il servizio sanitario sui territori, come purtroppo la pandemia da Covid-19 ci ha insegnato: le persone vanno assistite prioritariamente sul posto e, sinchà© possibile, vanno lasciate al proprio domicilio. Quando questo non sarà  pi๠possibile si ricorrerà  alle strutture socio-sanitarie, che andranno implementate in numero e servizi di assistenza. Il Pnrr rappresenta una grande opportunità  per raggiungere questi importanti obiettivi che non possiamo permetterci di perdere.

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