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Nuova Procuratrice d’aiuto a Parma

Segnaliamo alle famiglie delle provincie di  Parma che è stato consegnato l’attestato di Procuratrice d’aiuto e che potrà essere contattata direttamente per fornire tutte le informazioni utili per gestire la delicata fase di assistenza alla persona.

Essa potrà esaminare con competenza professionale il fabbisogno delle famiglie attraverso un Piano di Assistenza Individuale (PAI), le migliori soluzioni sul mercato assistenziale, l’inserimento di assistenti familiari nel lavoro domestico, il supporto consulenziale permanente per gli aspetti integrativi alle funzioni assistenziali e ricevere una procura speciale in caso di ricovero in strutture residenziali per anziani.

Una consulenza utile, prima di acquistare un servizio di assistenza domiciliare o per gestire al meglio un proprio familiare.

Silvia Garulli
Può essere contattata al 342 565 8577
Opera in provincia di Parma
Gli uffici si trovano in via 22 Luglio, 5- 43121 Parma

Dal silenzio compiacente alla caccia alle streghe senza una politica di riforma dell’assistenza di ausilio familiare

Le ultime notizie sono che l’Inps e l’Agenzia delle entrate confronteranno i rapporti di lavoro domestico con le dichiarazioni dei redditi per contrastare l’evasione fiscale e previdenziale nel settore.

Prima della decisione è trapelata la notizia dal Ministero dell’economia che l’evasione fiscale e previdenziale del settore domestico è pari a 2,4mld annui.

Ma andiamo per ordine cronologico ad esaminare il fenomeno del lavoro domestico e in particolare quello dell’assistenza alla persona.

  • Verso la fine degli anni ’70 l’assistenza domiciliare alla persona non autosufficiente venne derubricata a cooperative sociali attraverso apparti pubblici. Una necessità sociale ancora agli albori ma che si prospettava in forte crescita.
  • Negli anni ’80 nacquero le prime norme di sussidio come, ad esempio, l’indennità di accompagnamento per la non autosufficienza
  • Negli anni ’90, con l’entrata nel mondo del lavoro delle donne e la crescita della terza età, l’intervento pubblico in appalto non fu più sufficiente e iniziò il fenomeno del badantato, inserendo la figura dell’assistente familiare all’interno del settore domestico.
  • Il fenomeno dell’assistenza di ausilio familiare crebbe tumultuosamente nel secondo decennio del secolo registrando il servizio della badante con il 50% degli occupati domestici.
  • Nel frattempo, calò la destinazione economica dello Stato verso gli enti locali e conseguentemente si ridusse l’intervento assistenziale a domicilio.
  • Da questo momento si abdicò l’assistenza della persona alla famiglia e al badantato.
  • La crisi finanziaria del 2008, la pandemia e l’inflazione recente fece lievitare la forma irregolare del lavoro di assistenza, portando al 50% il lavoro nero nel settore e, l’assenza di nuove regole, generò forme di servizi privati alla persona per lo più illecite. Tutto ciò nel totale silenzio e disattenzione sociale e politica.

Ad oggi registriamo che:

  1. È sempre più difficile reperire personale qualificato professionalmente per destinarlo all’assistenza della persona.
  2. Le esperienze della formazione professionale sono sostanzialmente disattese dal mercato.
  3. I costi dell’assistenza domiciliare sono incompatibili con la stragrande maggioranza dei pensionati bisognosi di assistenza.
  4. L’intervento medio di assistenza domiciliare, fornita dagli enti locali non supera le 18 ore annue mentre cresce il fenomeno delle dimissioni protette, a totale carico della famiglia.
  5. I due tentativi di regolarizzazione ed emersione dal lavoro nero (2012 e 2020) sono falliti, facendo ritornare nell’irregolarità quanto emerso in soli due anni.
  6. Invece di confrontarsi seriamente sul come governare un fenomeno di massa che coinvolge oltre 10 mil. di cittadini, tra i soggetti assistiti e i loro familiari, si adotta una sorta caccia alle streghe. Nulla da criticare per la corretta applicazione delle leggi, anzi, ben venga in tutti i settori dell’economia ma: a. Ipotizziamo che vengano rilevate 250.000 posizioni di evasione, le condizioni economiche delle badanti non credo siano in grado di risarcire l’ammontare richiesto, collocandolo tra i crediti inesigibili. b. Considerando che l’80% delle badanti sono straniere, è plausibile supporre che ritornino velocemente al proprio paese abbandonando l’assistito e i familiari al proprio destino e riducendo ancor di più l’offerta di lavoro nel settore. c. Considerando che il focus del controllo verrà fatto solo per le lavoratrici assunte e dichiarate all’Inps, il lavoro che rimarrà attivo sarà prevalentemente quello totalmente irregolare.
  7. Considerando che il focus del controllo verrà fatto solo per le lavoratrici assunte e dichiarate all’Inps, il lavoro che rimarrà attivo sarà prevalentemente quello totalmente irregolare.

Quindi?

Forse è arrivato il momento per decidere di riformare radicalmente il settore, riconoscendo ai cittadini non più autosufficienti un bonus economico da potersi spendere in agenzie specializzate e controllate, in grado di selezionare, formare e supportare l’assistenza domiciliare.

Questo permetterebbe di far emergere molto lavoro nero, regolarizzerebbe i pagamenti fiscali e previdenziali perché l’impresa è sostituto d’imposta, aiuterebbe le famiglie in difficoltà, darebbe maggiori tutele alle lavoratrici e permetterebbe allo stato di governare realmente il settore.

SE NON ORA QUANDO?

CHENTOS di Quartu Sant’Elena aderisce a Professione in Famiglia

Avvisiamo tutte le famiglie della provincia di Cagliari che la cooperativa sociale CHENTOS, specializzata nella fornitura  di servizi di assistenza socio-sanitaria domiciliare per la cura della persona, ha aderito a Professione in Famiglia.

In tale azienda potrete chiedere le prestazioni di assistenza, compreso l’operatore d’aiuto

Indirizzo : via Alghero, 106-108 – 09045 Quartu Sant’Elena (CA)

Tel: 070 2046410

La Cooperativa sociale ARESP di Albenga aderisce a Professione in Famiglia

Avvisiamo tutte le famiglie della provincia di Savona che la cooperativa sociale ARESP, specializzata nella fornitura  di servizi di assistenza socio-sanitaria domiciliare per la cura della persona, ha aderito a Professione in Famiglia.

In tale azienda potrete chiedere le prestazioni di assistenza, compreso l’operatore d’aiuto

Indirizzo : via Genova, 60 Albenga (SV)

Tel: 0182 577294

Siamo pronti al rinnovo del CCNL servizi di ausilio familiare

Il CNEL (il Parlamento delle parti sociali) è stato investito dal Governo per studiare il fenomeno della contrattazione collettiva e proporre una possibile soluzione da riportare alla discussione delle parti sociali e politiche, impegnate sul fronte del problema salariale dei lavoratori.

Ad ora, il CNEL si è limitato a fotografare la situazione contrattuale nel paese. La legge infatti impone la comunicazione al CNEL di qualsiasi accordo sindacale per renderlo esigibile.

Ebbene, la ricerca del CNEL ci dice che:

  • Il 95% dei lavoratori dipendenti è coperto dalla contrattazione collettiva.
  • Il 54% dei CCNL sono scaduti

Ma allora chi è fuori dalla contrattazione collettiva? Sostanzialmente i lavoratori assunti in cococo.

La legislazione, infatti, prevede che un cococo possa essere assunto anche attraverso una certificazione da ente accreditato, quindi al di fuori di un confronto tra le parti sociali e soprattutto senza vincoli sui minimi retributivi pattuiti nel contratto di assunzione.

I maggiori sindacati italiani, in forme diverse, più che un salario minimo per legge, sostengono forme di obbligatorietà per legge dei CCNL da costoro firmati. Un passaggio delicato perché coinvolgerebbe addirittura la sfera costituzionale.

Tanté, il problema vero pare sia il mancato rinnovo dei CCNL scaduti.

Il CCNL dei servizi di ausilio familiare, da noi sottoscritto con la UIL FPL arriva alla sua scadenza a fine 2023.

Questo contratto regolamenta i cococo nelle imprese che forniscono servizi di assistenza domiciliare privata, quelli cioè non rientranti nei bandi pubblici di appalto.

Si contano un migliaio di imprese per un totale di 33.000 lavoratrici in cococo.

Nonostante l’intenzione sindacale di allargare la contrattazione nazionale, i segnali di Cgil, Cisl e Uil sono più vicini a non rinnovare questo contratto più che misurarsi sul merito di questo delicatissimo settore.

Il mancato rinnovo non comporterebbe la decadenza del medesimo ma semplicemente la mancata rivalutazione dei compensi per le lavoratrici. Proprio quello che denunciano i sindacati.

Ovviamente nessuno ne parla. I media danno più valore ai rider che ti portano la pizza a casa piuttosto che una operatrice d’aiuto che assiste la persona non più autosufficiente. Oppure è meglio nascondere la testa sotto la sabbia delegando alla solitudine delle badanti e delle famiglie gli oneri assistenziali.

Di sicuro possiamo confermare che nessun sindacato può vantare la maggiore rappresentatività di queste lavoratrici, ecco perché non vogliamo escludere nessuno dal ruolo negoziale e confrontarsi con responsabilità per rinnovare il contratto.