AAA Cercasi badante disperatamente

Negli ultimi mesi si registra una consistente difficoltà  nel trovare lavoratrici domestiche, in particolare badanti.

Una assenza di offerta di lavoro che sembra coinvolgere tutti i settori e che il dibattito sui media ascriverebbe troppo semplicemente alla crescita degli ammortizzatori sociali (CIG, assegno di cittadinanza, Naspi, ecc.).

Il settore domestico è da sempre caratterizzato da una forte presenza di lavoro nero. Tutti gli studi quantificano tale irregolarità  pari al doppio dei regolarizzati. Ciò significa che gli occupati reali del settore si aggirino intorno a 1,8 milioni.

La tendenza di non farsi regolarizzare quando si beneficia di indennità  di disoccupazione o di farsi regolarizzare parzialmente per rimanere nella fascia di reddito in cui non scatta l’Irpef (8.174 euro anno) è una costante che non giustifica il fenomeno di questi mesi.

Ci sono quindi altri elementi che motivano il calo dell’offerta.

Proviamo ad elencarli:

  1. Il periodo della pandemia ha ridotto la domanda a causa del pericolo di contagio e al rientro in casa di molti lavoratori (CIG e Smart working). Ciò ha generato un repentino rientro nei paesi d’origine di molti lavoratori domestici, non pi๠rientrati a causa dei blocchi tra gli stati o per il timore del contagio o di non trovare lavoro.
  2. Il periodo estivo è da sempre caratterizzato da un calo dell’offerta di lavoro. Lo sblocco delle frontiere ha permesso a molte lavoratrici domestiche di poter rientrare liberamente nei propri stati. è quindi plausibile che abbiamo accumulato pi๠giorni di ferie e colto l’occasione per allungare di due mesi le ferie.
  3. L’emersione/regolarizzazione del lavoro riservato ai settori domestico e agricolo dell’anno scorso ha fatto registrare l’emersione di 176.000 domestici (in prevalenza colf) ma la crescita occupazionale nel settore ne ha solo registrati 63.700. Possiamo quindi asserire che il settore abbia subito un calo degli occupati che giustifica la scarsa reperibilità  di lavoratori sul mercato.
  4. La crescita delle badanti italiane nel decennio (+ 207%) non copre il lavoro in convivenza. L’87% infatti svolge prestazioni inferiori alle 40 ore settimanali. Anche questa potrebbe essere una causa di scarsa reperibilità  in un segmento di orario maggiormente richiesto.
  5. Le badanti italiane che superano i 50anni di età  sono passate dal 34 al 53% in 10 anni, mentre le straniere dal 41 al 61%. Esiste quindi un mancato rinnovamento generazionale nel settore che riduce significativamente l’offerta di lavoro nel segmento dell’assistenza verso la persona.
  6. La fase di vaccinazione non ha coinvolto le lavoratrici straniere, se non nell’ultimissima fase e solo alla prima somministrazione. La domanda esclude quindi gran parte delle lavoratrici e queste rinunciano a proporsi fin quando abbiano completato il ciclo vaccinale. Nel segmento dell’assistenza notturne ospedaliere è addirittura un vincolo per l’accesso in struttura.
  7. L’aumento della domanda ha fatto lievitare il costo del lavoro. Non si hanno dati a riguardo ma si stima che non sia inferiore al 10%. Questo destabilizza il mercato in quanto, anche chi ha già  un’occupazione richiede l’aumento o abbandona il lavoro per un altro maggiormente remunerato.

Che fare dunque?

Come in tutti i momenti di crisi, il mercato si stabilizzerà .

La domanda è quindi se attendere che il mercato si stabilizzi naturalmente oppure cogliere questa occasione per riformare il settore dell’ausilio familiare.

Ipotizzare una crescita degli stipendi per stimolare l’offerta di lavoro è incompatibile con gli attuali costi per le famiglie. Cosa possibile solo con una forte defiscalizzazione che permetta l’emersione dal lavoro nero con retribuzioni adeguate e negoziate.

Aumenti delle retribuzioni strettamente legate all’accrescimento professionale delle lavoratrici e alla certezza di regolarità . Regolarità  garantita solo ed esclusivamente se transita attraverso imprese specializzate in grado di garantire continuità  occupazionale per le lavoratrici, servizi qualificati e supportati, certezza fiscale e contributiva per lo stato.

La famiglia, non essendo sostituto d’imposta, non potrà  mai garantire questi standard. Il sistema di imprese accreditate potrebbe anche assumere un utile osservatorio sociale sulla condizione di non autosufficienza.

Percorsi formativi e di aggiornamento professionale con registri pubblici dell’incontro tra la domanda e l’offerta sul territorio potrebbero facilitare la buona occupazione e la sua regolarizzazione.

Ci si potrà  obbiettare che occorrerà  molto tempo per raggiungere questi obbiettivi ma, non sempre le scorciatoie garantiscono gli scopi prefissati.

Professione in Famiglia invitata al dibattito sull’assistenza di ausilio familiare

LA SINISTRA GUARDA ALLA FAMIGLIA

Domenica 23 alle ore 17:30, la Festa de l’Unità  del XII° Municipio di Roma ha programmato un dibattito sul tema dell’assistenza di ausilio familiare.

Invitati a discutere l’argomento, l’assessore alle politiche sociali del I° Municipio e Professione in Famiglia.

Un tema complesso che coinvolge migliaia di famiglie, il sistema di welfare e la tutela di persone anziane e non pi๠autosufficienti.

La famiglia non può essere attribuita ad uno schieramento politico o ideologico, sono le risposte ai problemi che definiscono soluzioni di destra o di sinistra.

Il Partito Democratico non può stare in silenzio quando si decidono tagli all’assistenza domiciliare, cosଠcome non può accettare che la cura degli anziani sia demandata unicamente a lavoratrici domestiche.

Occorrono politiche in grado di garantire adeguate tutele alle famiglie e alle lavoratrici del settore.

Queste le argomentazioni che hanno motivato il PD a discuterne in un pubblico dibattito.

Appuntamento in piazza F.Caffè (Stazione Quattro Venti)

 

ALLEANZA CONTRO LA POVERTA’ – Le proposte al Governo che verrà 

Il 30 maggio abbiamo partecipato alla riunione della Assemblea della Alleanza che ha messo a punto le richieste al Governo che si insedierà : un impegno a combattere la povertà  assoluta. Punto centrale del documento:
“Il Governo che si insedierà  dovrebbe seguire la logica del “costruire correggendo”. Il monitoraggio e la valutazione dell’implementazione del Rei sono elementi cruciali al fine di osservare se si stanno facendo passi avanti nella direzione di policy definita, quali sono i correttivi necessari e qual è l’effettiva capacità  della misura di superare la logica assistenzialista. Si tratta, dunque, di avviare al pi๠presto il previsto sistema di monitoraggio al fine di cogliere le criticità  esistenti nell’attuazione della misura, cosଠda introdurre le opportune modifiche, L’esperienza – come sempre accade – dimostrerà  che l’attuale impianto richiede vari aggiustamenti: alcuni sono già  evidenti ed altri emergeranno nel tempo. Lavorare nell’ottica di attuare una riforma migliorandola via via dove necessario, tuttavia, rappresenta una strada ben diversa rispetto a ripartire da zero.”
 
Lo svolgimento dell’Assemblea è stato preceduto da una riunione delle strutture regionali dell’Alleanza che si vanno costituendo e funzionando in tutto il territorio nazionale.

CONVEGNO ASSINDATCOLF – FAMIGLIA, LAVORO, ABITAZIONE

Abbiamo partecipato con interesse al Convegno del 6 febbraio a Roma.
C’era praticamente tutta la politica alla quale è stata posta opportunamente la questione di come affrontano i problemi del lavoro domestico nei loro programmi.
Il punto centrale è la proposta che noi sosteniamo da quando Professione in Famiglia è nata: deduzione dal reddito di tutta la spesa per badante.
Anche senza dare risposte precise, tutte le rappresentanti della politica hanno dichiarato di prendersi a cuore i problemi proposti.
Ci è parsa singolare la seguente cosa: nessuno ha pronunciato la parola immigrati o immigrazione.
Per un settore nel quale gli immigrati sono larghissima maggioranza la cosa ci è parsa singolare. Solo Mastracola della Filcams CGIL ne ha fatto cenno in una domanda a proposito della fine che fanno i contributi versati all’Inps per immigrati che non potranno avvalersene.
Risposte generiche.
Restiamo di opinione che le giuste battaglie su questi problemi avranno scarse possibilità  di successo se non si decide di fare fronte comune tra chi condivide  proposte e obiettivi.
Michele Carpinetti, Presidente di Ebincolf, ha enfatizzato l’operato della bilateralità  ai fini della formazione che viene erogata gratuitamente alle lavoratrici.
Dal 2015 tremila persone formate con una spesa di 4 milioni.
Le unità  paganti l’ente bilaterale sono 350mila quindi in tre anni saranno pervenuti non meno di 30 milioni complessivamente.
Da altra fonte ricaviamo che nei tre anni la spesa per prestazioni sanitarie di Cassacolf sarebbe stata  meno di 5 milioni.
Possiamo trarne un’opinione: davvero risparmiosi questi amministratori bilaterali.

CONVEGNO UNIPOL – A CIASCUNO IL SUO WELFARE

CONVEGNO UNIPOL    A CIASCUNO IL SUO WELFARE
Bisogni mutevoli, scelte individuali, risposte integrate
Si è svolto a Roma il 5 dicembre l’appuntamento annuo organizzato da Unipol tramite quello che chiamano WELFARE ITALIA laboratorio per le nuove politiche sociali.
Si è svolto un ripasso abbastanza organico di tutto il men๠riguardante il welfare pubblico e privato e le sue prospettive anche con l’aggancio all’Europa.
Tra gli altri è intervenuto Tito Boeri Presidente Inps che ha sottolineato come il problema pi๠rilevante e crescente nella prospettiva è quello della non autosufficienza e che per affrontarlo è necessario un aumento delle risorse destinate alla spesa relativa passando dal 2 al 3,2% del Pil.
Occorre dare di pi๠alle persone che hanno veramente bisogno evitando gli abusi. Secondo il Presidente Inps occorre che di questo tema se ne faccia un programma di legislatura anche riformando la indennità  di accompagnamento in un impianto nel quale l’intervento pubblico deve rimanere fondamentale.