L’ospitalità alla pari anche per gli studenti italiani

young troubled woman using laptop at home

Le recenti manifestazioni degli studenti universitari fuori sede, relative al caro affitti, ha messo in evidenza un fenomeno più complessivo della politica abitativa in Italia.

Blocco della costruzione di case popolari e gestione discutibile di quelle esistenti, scarsa realizzazione di housing sociale per anziani, creazione di appartamenti con sempre meno metri quadrati, rendono i cittadini meno attrezzati per far fronte al diritto di poter vivere una vita dignitosa.

Ritornando al tema degli studenti.

Gli studenti fuori sede in Italia sono 750.000, mentre i posti letto ad essi destinati sono solo 39.000.

Il costo per una stanza si aggira mediamente su 6.500 euro all’anno, senza quindi contare le spese per vivere quotidianamente.

Di recente sono stati sbloccati 660 milioni già previsti dal precedente governo per aumentare i posti letto per gli universitari ma siamo solo allo stanziamento e non alla soluzione concreta.

Certamente, migliorare l’offerta universitaria nelle sedi periferiche ridurrebbe la necessità di doversi trasferire negli atenei più qualificati.

Un’atra delle possibili soluzioni potrebbe essere quella di allargare le norme oggi previste per gli studenti stranieri di essere ospitati alla pari presso famiglie italiane. Questa normativa esclude la possibilità che studenti italiani fuori sede possano utilizzare lo stesso strumento in forma legale.

Non escludiamo che forme analoghe vengano adottate ma sarebbero fuori da qualsiasi normativa, generando possibili contenziosi di lavoro domestico camuffato.

Migliaia sono i casi di persone anziane in solitudine o genitori che avrebbero bisogno di baby-sitting.

Se permettessimo di regolare l’ospitalità alla pari attraverso un contratto anche per gli italiani, garantendo loro la piena frequentazione degli impegni scolastici e del tempo libero con la compagnia e la sorveglianza di minori o anziani autosufficienti, avremmo risolto un problema per gli studenti e anche delle famiglie. Una soluzione che potrebbe essere agevolata con interventi economici a favore delle famiglie ospitanti.

A regolare la forma contrattualistica, oltre alla legge, sarebbe sufficiente armonizzare il CCNL dei servizi di ausilio familiare che già regola la materia, magari con il coinvolgimento delle organizzazioni studentesche come rappresentanti dei giovani studenti.

PACE IN UCRAINA SUBITO!

L’assurda quanto terribile invasione russa in ucraina sta generando centinaia di morti e migliaia di profughi.

Una situazione che ha lasciato tutti noi attoniti e increduli, portandoci con la memoria alla seconda guerra mondiale.

Come in tutti i conflitti, chi ne paga maggiormente i costi sono le persone inermi, chiamate cinicamente “effetti collaterali”.

La cronaca di racconta minuto su minuto il dramma che esse vivono: centinaia di migliaia di famiglie cercano scampo dai bombardamenti nei paesi confinanti e la reazione di sanzioni per evitare una guerra mondiale, genererà  una nuova crisi che si aggiungerà  alla pandemia.

Le città  del mondo si riempiono di manifestanti che chiedono il ritiro dell’invasione, anche nella stessa Russia.

L’emarginazione di Putin è ormai evidente in tutto il mondo, riconfermando quanto sia stata delirante la decisione presa.

Mentre gli Stati cercano una strada per superare la crisi, noi cittadini non rimane altro che continuare a tenere alta la bandiera della pace e fornire tutti gli aiuti possibili per andare incontro alle esigenze dei profughi aderendo alla tante iniziative di solidarietà .

Professione in Famiglia aderisce all’appello per le donne in Afghanistan

Roma, 18 agosto 2021

AFGHANISTAN, ASSOCIAZIONI DONNE: SUBITO CORRIDOI UMANITARI, VARARE PIANO PER ACCOGLIENZA

Lettera al Governo, Commissione e Parlamento UE: ‘Farnesina ci riceva’

“La fuga verso l’Occidente da Kabul e l’avvento dei talebani, che hanno preso il comando dell’Afghanistan, preoccupano fortemente chi ha a cuore i diritti umani e la salvaguardia della vita di tutti i civili, specie di quelli pi๠a rischio, come donne e bambini, il cui destino è nuovamente consegnato a un indicibile orrore. Sono nostre madri, amiche, sorelle. Non lo possiamo e non lo vogliamo pi๠accettare. L’Europa deve agire, l’Italia deve reagire, noi donne e cittadine dobbiamo fare rete contro ogni violenza”.

E’ quanto scrivono in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese e, per conoscenza, alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, 78 associazioni tra le quali Donne per la salvezza, Le Contemporanee, Soroptimist International d’Italia, Fuori quota, Rete per la parità , Presidenza Asvis – Pierluigi Stefanini e Marcella Mallen, Casa internazionale delle donne di Roma, Casa internazionale delle donne di Milano, Manifestolibri, Human Foundation, InGenere, Un ponte per, Senonoraquando Libere, UCID, le associazioni aderenti a Inclusione donna, Politiche di genere CGIL, BASE Italia, Green Italia, Be Free, Associazione PoP.

“Quello che urge adesso è consentire a pi๠donne, ragazze e bambine/i possibile di mettersi in salvo in queste ore in cui le maglie del controllo talebano sono ancora slabbrate. E sostenere chi decide di rimanere a lottare nel proprio paese, garantendo il monitoraggio internazionale sui diritti umani e delle donne in particolare”.

“Le organizzazioni firmatarie, e le/i singoli che possono farlo, si mettono a disposizione dello Stato e dell’Unione europea per contribuire ad ospitare chi è costretto a fuggire trovando per esse/i alloggi e ristori integrativi rispetto a quelli già  inseriti nel sistema di accoglienza, nonchà© percorsi formativi e lavorativi che consentano loro una libertà  e una sicurezza di lunga durata; e per contribuire a creare le condizioni per aiutare e salvare le donne in Afghanistan. Ogni vita salvata dalla violenza è una vittoria per qualsiasi democrazia degna di questo nome. Bisogna fare tutto e occorre farlo adesso ”conclude la lettera.

Per adesioni: afghanistan@donneperlasalvezza.it

ELENCO ASSOCIAZIONI ADERENTI

  1. Donne per la salvezza
  2. Le Contemporanee
  3. Soroptimist International d’Italia
  4. Fuori quota 
  5. Rete per la parità 
  6. Presidenza Asvis – Pierluigi Stefanini e Marcella Mallen 
  7. Casa internazionale delle donne di Roma
  8. Casa internazionale delle donne di Milano
  9. Human Foundation
  10. InGenere 
  11. Un ponte per 
  12. CNDI
  13. GammaDonna
  14. Donne 4.0
  15. GWPR 
  16. Datecivoce
  17. EWA European Women Alliance
  18. Progetto Donne e Futuro
  19. ABF Fondazione Andrea Bocelli 
  20. ACF Azione contro la Fame Italia 
  21. AMINa
  22. Siciliane 
  23. Senonoraquando Libere 
  24. UCID Donne Nazionale
  25. Movimento Giovani Donne Ucid
  26. Inclusione donna con le sue associazione sottroscrittrici 
  27. Donne leader in Sanità 
  28. SconfiniAmo
  29. Roadto50%
  30. Politiche di genere CGIL 
  31. Associazione Leadership & Empowerment Femminile – APS
  32. Associazione Blu Bramante 
  33. Differenza Donna Ong
  34. TelefonoRosa Piemonte
  35. EquALL
  36. European Women For Human Rights
  37. Family Smile 
  38. OBR Italia
  39. Rebel Network 
  40. Assist Ass. Naz. Atlete
  41. Associazione “Coordinamento3 – Donne di Sardegna
  42. Global Thinking Foundation
  43. Verona Professional Women Networking
  44. Fondazione Donna a Milano Onlus 
  45. Women In International Security (WIIS) Italy 
  46. Women in Surgery Italia
  47. Associazione giuriste in genere 
  48. Codice Donna
  49. Fà©minin Pluriel
  50. associazione Professione in Famiglia
  51. Associazione Piano C
  52. Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile di Torino
  53. Movimenta
  54. Led libertà  e diritti 
  55. BASE Italia 
  56. Green Italia 
  57. Young Women Network 
  58. Professional Women’s Network
  59. Women in Film, Television & Media Italia
  60. Apid Torino  
  61. PWA – Professional Women’s Association
  62. B Women Italy 
  63. Pensare migrante
  64. Befree coperativa sociale contro la tratta e la violenza
  65. Giraffa
  66. Festival delle donne e dei saperi di genere
  67. Leggendaria
  68. Manifestolibri
  69. DEA Donnecheammiro
  70. Associazione Mezzocielo 
  71. EWMD (European Women’s Management and Development Network) ROMA.
  72. Possibile
  73. Pensare Migrante
  74. Recosol 
  75. SeoSpirito – Progetto LeROSA 
  76. Associazione PoP
  77. Associazione Nazionale CONFAPID
  78. Angels4women 

AAA Cercasi badante disperatamente

Negli ultimi mesi si registra una consistente difficoltà  nel trovare lavoratrici domestiche, in particolare badanti.

Una assenza di offerta di lavoro che sembra coinvolgere tutti i settori e che il dibattito sui media ascriverebbe troppo semplicemente alla crescita degli ammortizzatori sociali (CIG, assegno di cittadinanza, Naspi, ecc.).

Il settore domestico è da sempre caratterizzato da una forte presenza di lavoro nero. Tutti gli studi quantificano tale irregolarità  pari al doppio dei regolarizzati. Ciò significa che gli occupati reali del settore si aggirino intorno a 1,8 milioni.

La tendenza di non farsi regolarizzare quando si beneficia di indennità  di disoccupazione o di farsi regolarizzare parzialmente per rimanere nella fascia di reddito in cui non scatta l’Irpef (8.174 euro anno) è una costante che non giustifica il fenomeno di questi mesi.

Ci sono quindi altri elementi che motivano il calo dell’offerta.

Proviamo ad elencarli:

  1. Il periodo della pandemia ha ridotto la domanda a causa del pericolo di contagio e al rientro in casa di molti lavoratori (CIG e Smart working). Ciò ha generato un repentino rientro nei paesi d’origine di molti lavoratori domestici, non pi๠rientrati a causa dei blocchi tra gli stati o per il timore del contagio o di non trovare lavoro.
  2. Il periodo estivo è da sempre caratterizzato da un calo dell’offerta di lavoro. Lo sblocco delle frontiere ha permesso a molte lavoratrici domestiche di poter rientrare liberamente nei propri stati. è quindi plausibile che abbiamo accumulato pi๠giorni di ferie e colto l’occasione per allungare di due mesi le ferie.
  3. L’emersione/regolarizzazione del lavoro riservato ai settori domestico e agricolo dell’anno scorso ha fatto registrare l’emersione di 176.000 domestici (in prevalenza colf) ma la crescita occupazionale nel settore ne ha solo registrati 63.700. Possiamo quindi asserire che il settore abbia subito un calo degli occupati che giustifica la scarsa reperibilità  di lavoratori sul mercato.
  4. La crescita delle badanti italiane nel decennio (+ 207%) non copre il lavoro in convivenza. L’87% infatti svolge prestazioni inferiori alle 40 ore settimanali. Anche questa potrebbe essere una causa di scarsa reperibilità  in un segmento di orario maggiormente richiesto.
  5. Le badanti italiane che superano i 50anni di età  sono passate dal 34 al 53% in 10 anni, mentre le straniere dal 41 al 61%. Esiste quindi un mancato rinnovamento generazionale nel settore che riduce significativamente l’offerta di lavoro nel segmento dell’assistenza verso la persona.
  6. La fase di vaccinazione non ha coinvolto le lavoratrici straniere, se non nell’ultimissima fase e solo alla prima somministrazione. La domanda esclude quindi gran parte delle lavoratrici e queste rinunciano a proporsi fin quando abbiano completato il ciclo vaccinale. Nel segmento dell’assistenza notturne ospedaliere è addirittura un vincolo per l’accesso in struttura.
  7. L’aumento della domanda ha fatto lievitare il costo del lavoro. Non si hanno dati a riguardo ma si stima che non sia inferiore al 10%. Questo destabilizza il mercato in quanto, anche chi ha già  un’occupazione richiede l’aumento o abbandona il lavoro per un altro maggiormente remunerato.

Che fare dunque?

Come in tutti i momenti di crisi, il mercato si stabilizzerà .

La domanda è quindi se attendere che il mercato si stabilizzi naturalmente oppure cogliere questa occasione per riformare il settore dell’ausilio familiare.

Ipotizzare una crescita degli stipendi per stimolare l’offerta di lavoro è incompatibile con gli attuali costi per le famiglie. Cosa possibile solo con una forte defiscalizzazione che permetta l’emersione dal lavoro nero con retribuzioni adeguate e negoziate.

Aumenti delle retribuzioni strettamente legate all’accrescimento professionale delle lavoratrici e alla certezza di regolarità . Regolarità  garantita solo ed esclusivamente se transita attraverso imprese specializzate in grado di garantire continuità  occupazionale per le lavoratrici, servizi qualificati e supportati, certezza fiscale e contributiva per lo stato.

La famiglia, non essendo sostituto d’imposta, non potrà  mai garantire questi standard. Il sistema di imprese accreditate potrebbe anche assumere un utile osservatorio sociale sulla condizione di non autosufficienza.

Percorsi formativi e di aggiornamento professionale con registri pubblici dell’incontro tra la domanda e l’offerta sul territorio potrebbero facilitare la buona occupazione e la sua regolarizzazione.

Ci si potrà  obbiettare che occorrerà  molto tempo per raggiungere questi obbiettivi ma, non sempre le scorciatoie garantiscono gli scopi prefissati.

Professione in Famiglia invitata al dibattito sull’assistenza di ausilio familiare

LA SINISTRA GUARDA ALLA FAMIGLIA

Domenica 23 alle ore 17:30, la Festa de l’Unità  del XII° Municipio di Roma ha programmato un dibattito sul tema dell’assistenza di ausilio familiare.

Invitati a discutere l’argomento, l’assessore alle politiche sociali del I° Municipio e Professione in Famiglia.

Un tema complesso che coinvolge migliaia di famiglie, il sistema di welfare e la tutela di persone anziane e non pi๠autosufficienti.

La famiglia non può essere attribuita ad uno schieramento politico o ideologico, sono le risposte ai problemi che definiscono soluzioni di destra o di sinistra.

Il Partito Democratico non può stare in silenzio quando si decidono tagli all’assistenza domiciliare, cosଠcome non può accettare che la cura degli anziani sia demandata unicamente a lavoratrici domestiche.

Occorrono politiche in grado di garantire adeguate tutele alle famiglie e alle lavoratrici del settore.

Queste le argomentazioni che hanno motivato il PD a discuterne in un pubblico dibattito.

Appuntamento in piazza F.Caffè (Stazione Quattro Venti)