Siamo pronti al rinnovo del CCNL servizi di ausilio familiare

Il CNEL (il Parlamento delle parti sociali) è stato investito dal Governo per studiare il fenomeno della contrattazione collettiva e proporre una possibile soluzione da riportare alla discussione delle parti sociali e politiche, impegnate sul fronte del problema salariale dei lavoratori.

Ad ora, il CNEL si è limitato a fotografare la situazione contrattuale nel paese. La legge infatti impone la comunicazione al CNEL di qualsiasi accordo sindacale per renderlo esigibile.

Ebbene, la ricerca del CNEL ci dice che:

  • Il 95% dei lavoratori dipendenti è coperto dalla contrattazione collettiva.
  • Il 54% dei CCNL sono scaduti

Ma allora chi è fuori dalla contrattazione collettiva? Sostanzialmente i lavoratori assunti in cococo.

La legislazione, infatti, prevede che un cococo possa essere assunto anche attraverso una certificazione da ente accreditato, quindi al di fuori di un confronto tra le parti sociali e soprattutto senza vincoli sui minimi retributivi pattuiti nel contratto di assunzione.

I maggiori sindacati italiani, in forme diverse, più che un salario minimo per legge, sostengono forme di obbligatorietà per legge dei CCNL da costoro firmati. Un passaggio delicato perché coinvolgerebbe addirittura la sfera costituzionale.

Tanté, il problema vero pare sia il mancato rinnovo dei CCNL scaduti.

Il CCNL dei servizi di ausilio familiare, da noi sottoscritto con la UIL FPL arriva alla sua scadenza a fine 2023.

Questo contratto regolamenta i cococo nelle imprese che forniscono servizi di assistenza domiciliare privata, quelli cioè non rientranti nei bandi pubblici di appalto.

Si contano un migliaio di imprese per un totale di 33.000 lavoratrici in cococo.

Nonostante l’intenzione sindacale di allargare la contrattazione nazionale, i segnali di Cgil, Cisl e Uil sono più vicini a non rinnovare questo contratto più che misurarsi sul merito di questo delicatissimo settore.

Il mancato rinnovo non comporterebbe la decadenza del medesimo ma semplicemente la mancata rivalutazione dei compensi per le lavoratrici. Proprio quello che denunciano i sindacati.

Ovviamente nessuno ne parla. I media danno più valore ai rider che ti portano la pizza a casa piuttosto che una operatrice d’aiuto che assiste la persona non più autosufficiente. Oppure è meglio nascondere la testa sotto la sabbia delegando alla solitudine delle badanti e delle famiglie gli oneri assistenziali.

Di sicuro possiamo confermare che nessun sindacato può vantare la maggiore rappresentatività di queste lavoratrici, ecco perché non vogliamo escludere nessuno dal ruolo negoziale e confrontarsi con responsabilità per rinnovare il contratto.

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