Gli italiani preferiscono la regolarizzazione – Cambiare la Bossi-Fini e riformare il settore dell’assistenza

COMUNICATO DI PROFESSIONE IN FAMIGLIA

Alla scadenza del termine previsto per il 15 agosto per la regolarizzazione di persone extracomunitarie irregolari, presenti sul territorio nazionale, in particolare e solo per i settori agricolo e domestico, i casi emersi sono stati 207.000, di cui 176.000 solo nel settore domestico.

Gli irregolari senza permesso di soggiorno erano stati quantificati in 600.000 e nei settori agricolo e domestico se ne ipotizzavano circa 250.000.

Questi dati confermano l’interesse degli italiani alla regolarizzazione dei propri lavoratori e che i limiti della legge Bossi-Fini sia stata la causa maggiore dell’irregolarità  esistente.

Sicuramente, se il Governo avesse fornito un permesso temporaneo agli irregolari, senza vincolarlo all’emersione e a soli due settori, i numeri sarebbero stati decisamente maggiori, con migliori garanzie sanitarie per tutte queste persone e per l’insieme della popolazione italiana, ancora in affanno nel contrastare una possibile ripresa di contagio.

Nonostante l’emersione riscontrata, sono ancora molti i disagi per le famiglie e le imprese del settore di ausilio familiare. Il blocco comprensibile verso paesi a forte vocazione professionale domestica, come ad esempio la Romania, hanno impedito di poter garantire servizi di assistenza domiciliare proprio per l’assenza di personale.

è quindi auspicabile che chi ci governa faccia tesoro dell’esperienza di questi pochi mesi per riformare le modalità  di accesso al lavoro degli altri 400.000 lavoratori ancora irregolari evitando inutili e costose procedure burocratiche e riconosca il diritto sanitario a tutte le persone presenti sul nostro territorio per il bene di tutti.

Un’occasione storica da non perdere anche per incentivare la fornitura di servizi di assistenza di ausilio domiciliare attraverso imprese specializzate.

Rendiconto statistico Ministero degli Interni

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