Segnaliamo alle famiglie della provincia di Monza, Padova, Torino e Venezia che sono stati consegnati 4 attestati di Procuratore d’aiuto e che potranno essere contattati direttamente per fornire tutte le informazioni utili per gestire la delicata fase di assistenza alla persona.
Detti Procuratori d’aiuto potranno esaminare con competenza professionale il fabbisogno delle famiglie attraverso un Piano di Assistenza Individuale (PAI), le migliori soluzioni sul mercato assistenziale, l’inserimento di assistenti familiari nel lavoro domestico, il supporto consulenziale permanente per gli aspetti integrativi alle funzioni assistenziali e ricevere una procura speciale in caso di ricovero in strutture residenziali per anziani.
Una consulenza utile, prima di acquistare un servizio di assistenza domiciliare o per gestire al meglio un proprio familiare.
FRANCESCA DE FEO Lavora presso la cooperativa sociale PROTEA Può essere contattata al 011 44 777 44 Gli uffici si trovano in Corso Vittorio Emanuele II, 156, 10138
AURORA CUSINATO
Lavora presso la cooperativa sociale Città della Assistenza (gruppo People Family Network) Può essere contattata allo 041 8475090 Gli uffici si trovano in via Trieste 113 Venezia Marghera
L’esperienza di Fabrizio Cucchi come Procuratore d’aiuto
La decisione di Professione in Famiglia di promuovere la nuova figura professionale di Procuratore d’aiuto sta registrando l’interesse sempre pi๠diffuso tra le imprese che forniscono servizi privati di assistenza domiciliare e tra persone che intendono attivare solo consulenze alle famiglie, prima di ricercare servizi.
Abbiamo pubblicato alcune interviste come quella di ABS Assistenza alla famiglia che intende proporre uno specifico franchising per i procuratori d’aiuto e l’esperienza di due Procuratrici d’aiuto del Tigullio.
Oggi abbiamo fatto alcune domande a Fabrizio Cucchi, da oltre 1 anno presente nella provincia di Roma e Viterbo come esperto nella consulenza alle famiglie e componente del nostro Consiglio Direttivo.
D. Come è scaturita la tua scelta di specializzarti sulla consulenza verso le famiglie che ricercavano servizi di assistenza domiciliare?
R. SISTEMA ASSISTENZA e la mia figura di Consulente per i Servizi di Assistenza Domiciliare Privata, come io la definisco, è stata inizialmente pensata e sperimentata, come vera e propria Startup, a partire dall’estate del 2017, per aiutare le tantissime famiglie della mia zona nella gestione dell’anziano e dell’adulto disabile non autosufficienti, i due principali targets di criticità , ponendo, peraltro, attenzione anche al supporto degli Operatori impegnati sul campo.
La mia intuizione è stata quella di fornire un doppio intervento parallelo, coordinato e integrato sia al nucleo familiare sia all’Operatore al fine di garantire un efficace inserimento lavorativo, riducendo al minimo il disagio che nasce da questo delicata fase, e un Assistenza adeguata e a lungo termine.
Nell’ambito di questi contesti di Criticità il vero problema, infatti, era quello di saper gestire in modo efficace il Collaboratore domestico, evitando le frequenti rotture del rapporto di lavoro.
A questo bisogno, ampiamente diffuso in tutto il Distretto socio-sanitario di riferimento, non corrispondeva di fatto una risposta tempestiva ed efficace ne da parte dei Servizi Sociali, ne da parte delle Associazioni private di Settore.
D. Considerando che era una professione sconosciuta quali sono stati i canali utilizzati per farti conoscere?
R.Le mie prime Consulenze hanno slatentizzato un bisogno tanto diffuso quanto sorprendentemente sommerso e la mia attività ha subito trovato il favore sia dell’utenza che, nel tempo, delle Istituzioni locali, le quali, sempre pià¹, hanno individuato in SISTEMA ASSISTENZA un valido interlocutore capace di accogliere le istanze dell’utenza locale.
Anche i numerosi “Sportelli di ascolto per la Famiglia†delle varie associazioni private locali del settore hanno costituito, in fase di avvio, una efficace cassa di risonanza, fornendo la giusta forza propulsiva per la promozione e lo sviluppo della mia attività .
Proprio per questo motivo, il passaparola è stato sin dall’inizio il mio principale strumento di Marketing.
Si tenga presente che dopo una breve campagna promozionale, tra il secondo semestre del 2017 e la prima metà del 2018, la mia Attività di Consulenza ha decuplicato il numero di richieste.
Attualmente il mio ambito di operatività si estende tra Roma e Viterbo.
Sono in progettazione il nuovo sito internet e la nuova pagina Facebook.
D. Dalla tua esperienza, quali sono i maggiori problemi delle famiglie?
R.Come accennato inizialmente, ciò che è emerso chiaramente durante questi 3 anni di attività consulenziale è che il vero bisogno delle famiglie che cercano assistenza per un proprio caro non pi๠autosufficiente, non è soltanto quello di trovare l’operatore valido in termini di competenze e attitudine.
In effetti, le famiglie che cercano la Badante/Babysitter/Colf devono saper gestire efficacemente la propria Collaboratrice durante il periodo di prova, affrontando opportunamente le fisiologiche problematiche di inserimento nel nucleo familiare che inevitabilmente si presentano, evitando la rottura del rapporto di lavoro e scongiurando, la purtroppo frequente frammentazione dell’assistenza, fonte di stress per l’assistito e per l’intero nucleo familiare.
Il mio intervento è finalizzato a supportare le famiglie in tal senso, garantendo un inserimento lavorativo efficace e a lungo termine.
La famiglia tipo che si rivolge a me vuole la collaboratrice domestica competente che garantisca un’assistenza efficace e continuativa nel tempo, cerca stabilità e serenità : il mio lavoro è fondamentalmente finalizzato a questo obiettivo.
La mia consulenza si sviluppa sul duplice piano della corretta applicazione del CCNL domestico e sulla progettazione di un piano assistenziale efficace e sostenibile, in termini economici per la famiglia e in termini pratici per l’operatore.
A quest’ultimo riguardo deve essere posta particolare attenzione ad eliminare, per quanto possibile, tutti i fattori di rischio per l’insorgenza di una Sindrome di Burnout, garantendo al lavoratore condizioni di lavoro adeguate, nel rispetto dei diritti e doveri previsti dal CCNL domestico.
L’Assistenza domiciliare deve essere efficace, deve garantire serenità ed essere sostenibile nel tempo, è questo il GOLD STANDARD del mio lavoro.
R.Ho conosciuto Professione in Famiglia nel gennaio 2019 in occasione di una collaborazione avviata tra SISTEMA ASSISTENZA e una Cooperativa Sociale di Roma impegnata nella realizzazione di un settore di Servizi di Assistenza Domiciliare Privata.
Durante il primo incontro ho avuto modo di conoscere i dirigenti dell’associazione, grazie ai quali ho potuto approcciare ai principi ispiratori dell’Associazione ed apprezzare il grande lavoro compiuto a sostegno delle tante Famiglie in stato di necessità .
Ho subito riscontrato una affinità di intenti tra la mia attività e quella di Professione in Famiglia che mi ha indotto, dopo il termine della suddetta collaborazione, a proseguire autonomamente il discorso iniziato in precedenza, in qualità di Professionista esperto in Consulenze per l’Assistenza Domiciliare Privata alla persona non autosufficiente.
Grazie a Professione in Famiglia ho avuto modo di confrontarmi con colleghi operativi nelle diverse Regioni d’Italia e arricchire le mie competenze professionali a beneficio delle tante famiglie che si trovano nella necessità di essere aiutate.
Mi auguro, a mia volta, di aver dato, in questi 2 anni, e di poter dare in futuro il mio contributo a Professione in Famiglia e di percorrere insieme ancora tanta strada.
D. Stante il perdurare della pandemia, si sono modificati i bisogni per le famiglie e come potrebbe essere loro utile una figura come il Procuratore d’aiuto?
R. L’attuale emergenza epidemiologica che ha lacerato il tessuto socio-economico del nostro Paese, amplificando le criticità sociali preesistenti, ha sicuramente avuto un impatto importante sui bisogni delle famiglie nell’ambito dell’assistenza alla persona non autosufficiente.
Tale effetto si è tradotto non tanto in una modificazione del tipo di bisogno, quanto piuttosto in una mutato approccio allo stato di necessità , in un nuovo modello di gestione della non autosufficienza.
La fase di Lockdawn, le successive restrizioni imposte dal susseguirsi dei diversi DPCM, dopo le speranze della fase di riapertura estiva, e la minaccia di una nuova fase di “acuzie della Pandemia, hanno generato una profonda incertezza e amplificato, come si diceva, le fragilità sociali preesistenti, rendendole ancora pi๠complesse e di pi๠difficile gestione.
Ritengo che questo fenomeno, quanto mai complesso ed imprevedibile, anche e soprattutto, nei sui effetti a lungo termine, abbia fatto nascere, talora rinforzato, la consapevolezza della necessità di gestire domiciliarmente, fin dove possibile, l’assistenza alla persona non autosufficiente con figure professionali sempre pi๠qualificate che sappiano farsi carico di tutti gli aspetti organizzativi, sgravando, pi๠che in passato, la famiglia che si trova a fare i conti con le mutate abitudini imposte dall’emergenza epidemiologica in atto.
La figura del Procuratore d’aiuto viene proposta, in questo mutato contesto sociale, con l’obiettivo di soddisfare non tanto nuovi bisogni ma la necessità di beneficiare di una nuova modalità di gestione della non autosufficienza: cambia la scena, cambiano gli attori.
Questo nuovo paradigma e le competenze di questa nuova figura professionale, ritengo siano ancora pi๠validi nello specifico bisogno della gestione dell’anziano istituzionalizzato, dove appare di particolare utilità il monitoraggio della corretta applicazione del Piano Assistenziale Individualizzato.
Per concludere, mi pare quanto mai prezioso, in questo nuovo contesto socio-assistenziale gravato da un ampliamento delle distanze sociali e da una pericolosa amplificazione della solitudine delle categorie pi๠fragili, poter disporre della nuova professionalità fornita dal Procuratore d’aiuto
Segnaliamo alle famiglie della provincia di Bergamo, Padova e Como che sono stati consegnati 4 attestati di Procuratore d’aiuto e che potranno essere contattati direttamente per fornire tutte le informazioni utili per gestire la delicata fase di assistenza alla persona.
Detti Procuratori d’aiuto potranno esaminare con competenza professionale il fabbisogno delle famiglie attraverso un Piano di Assistenza Individuale (PAI), le migliori soluzioni sul mercato assistenziale, l’inserimento di assistenti familiari nel lavoro domestico, il supporto consulenziale permanente per gli aspetti integrativi alle funzioni assistenziali e ricevere una procura speciale in caso di ricovero in strutture residenziali per anziani.
Una consulenza utile, prima di acquistare un servizio di assistenza domiciliare o per gestire al meglio un proprio familiare.
Dopo il primo corso formativo per i Procuratori d’aiuto, abbiamo chiesto ad Antonella Stella e Anna Vasconi di raccontarci la loro esperienza di pioniere nel campo della consulenza alla famiglia sul territorio genovese e in particolare nel Tigullio.
La vostra esperienza di consulenti familiari risale a pi๠di un anno fa. Ci potete raccontare le motivazioni per le quali avete intrapreso questo tipo di professione?
All’inizio avevamo immaginato che l’apertura di un’agenzia di servizi di assistenza domiciliare potesse riscuotere l’interesse delle famiglie ma, col tempo, ci rendemmo conto che le condizioni territoriali in cui operavamo non garantivano un bacino di utenza sufficiente per assicurare la continuità dell’impresa.
Nello stesso tempo però, riscontrammo una forte domanda nelle famiglie su problematiche che non necessariamente avevano come finalità il servizio ma semplicemente la ricerca di risposte e informazioni utili che non trovavano risposta.
Decidemmo quindi di fare un corso di counselling e contattammo Professione in Famiglia che ci chiese di sperimentare l’attività fornendoci il supporto dell’associazione.
Riuscimmo a capire sin da subito l’utilità dell’intreccio tra le due funzioni e quindi continuammo con successo l’attività .
Quali problematiche avete riscontrato nelle famiglie?
Ammettiamo che all’inizio siamo state prese in contropiede per la quantità e qualità dei problemi che ci venivano posti.
Dalla conoscenza dei vincoli contrattuali legati all’assunzione di un domestico alla confusione di come orientarsi nell’assistenza domiciliare.
Dal come presentare la documentazione per pratiche amministrative legate alla non autosufficienza al supportare l’anziano in solitudine o distante dai familiari.
Dall’aiuto nel ricercare la giusta soluzione assistenziale fino alla gestione amministrativa del rapporto di lavoro di un’assistente familiare.
Devo confermare che il supporto della sezione di Professione in Famiglia è stato fondamentale.
Quali sono stati i problemi maggiori che avete incontrato?
Indubbiamente quello di farci conoscere sotto la veste di consulenti.
Eravamo conosciute come un interlocutore che forniva servizi e la forma di consulenza veniva vista con diffidenza e incredulità .
Quando però siamo riuscite a trasmettere la competenza e la serietà della consulenza, il passaparola ha fatto il resto e ben presto siamo state riconosciute come professioniste.
Ora le famiglie di Rapallo e dintorni ci cercano per acquistare una consulenza, starà a noi migliorare le nostre conoscenze per fornire soluzioni sempre pi๠specifiche e attinenti alla realtà del bisogno, come lo è stato per tutto il periodo della pandemia e che purtroppo permane.
Una sperimentazione che ha avuto esito positivo quindi?
Non nascondiamo le difficoltà . Molta strada deve essere ancora fatta per mettere le famiglie in condizione di poter affrontare con maggiore serenità le situazioni drammatiche familiari.
Constatiamo che le organizzazioni sociali e la politica sono troppo distanti da questo problema e le famiglie medesime danno troppo per scontato che i drammi se li devono risolvere nella solitudine.
Certamente l’aver fornito a Professione in Famiglia una base concreta di sperimentazione con in nostro amico Fabrizio di Roma ha permesso di inserire questa figura professionale all’interno del contratto nazionale e di aver generato un progetto formativo nazionale per i Procuratori d’aiuto in tutta Italia. Possiamo quindi dire che la nostra parte l’abbiamo fatta.
Oltre a renderci orgogliose, vogliamo evidenziare il fatto che la funzione sociale di cura, tradizionalmente attribuita alla figura femminile in famiglia, può trasformarsi in un vero e proprio lavoro professionale, forte della responsabilità , della sensibilità e della capacità di trovare soluzioni insito nella donna. Questa, per noi, significa emancipazione femminile.