Amministratori di sostegno – Firmato accordo di collaborazione con AIASS

AIASSOggi è stato firmato un importante accordo di collaborazione tra la nostra associazione e l’Associazione Italiana Amministratori di Sostegno Solidale ( AIASS ONLUS).

L’AIASS è una Onlus nata per  fornire un valido supporto agli Amministratori di sostegno per l’esercizio della delicata funzione e per la messa in rete di esperienze e buone prassi di tutte quelle associazioni che in Italia si occupano di chi svolge questa attività  non come una professione ma come un servizio alla comunità . Pur riconoscendo la necessità  di  specifiche professionalità , solo in particolari condizioni di gestione del patrimonio, l’AIASS sostiene  il principio del volontariato quale criterio etico di approccio nella cura e nel rispetto della persona.

Prendiamo l’esempio di un anziano infermo, che non riesce pi๠a gestire le quotidiane fac­cende burocratiche (come pagare le bollette e gestire la sua pensione) o di un disabile, che non può sbrigare le pratiche che riguar­dano la sua invalidità . O ancora, di alcolisti, tossicodipendenti o persone colpite da ictus che non ri­escono ad amministrare le loro attività . Ma anche un malato terminale, che vuole affi­dare a una persona di fiducia le scelte sulle cure mediche.

Si stima che in Italia vi siano tra i 500 e 800 mila persone in queste condizioni, contro 180.000 amministratori di sostegno nominati dai tribunali.

L’amministratore di sostegno assume quindi una delicata funzione di protezione giuridica perchà© nominato dal Giudice Tutelare e, sotto stretto controllo e su mandato operativo vincolato da questi, svolge l’attività  di prendersi cura della persona anche amministrandone il patrimonio.

L’Accordo di collaborazione prevede una sinergia tra le due associazioni sul territorio nazionale, sviluppando una maggiore consapevolezza da parte delle famiglie sulla materia e di interloquire con i singoli Tribunali e le istituzioni regionali per la corretta applicazione della legge in materia.

Di seguito pubblichiamo le dichiarazioni dei rispettivi Presidenti:

 

aldo amorettiAldo Amoretti – Presidente di Professione in Famiglia

“La problematica della mancata autosufficienza in Italia ha ormai assunto una rilevanza di massa, coinvolgendo oltre 3 milioni di persone, particolarmente anziane.

Per tali condizioni, necessitano di adeguate forme di assistenza, non ultima quella dell’Amministratore di sostegno. Funzione delicata ma indispensabile per garantire la dignità  e i diritti della persona, evitando l’interdizione a vita e per garantire un valido aiuto nei casi di fine vita dei famigliari, il cosiddetto “Dopo di noi”.

La Legge 6/2004 è un importante strumento in tal senso ma occorre intervenire per una corretta uniformità   in tutto il Paese.

L’Accordo di collaborazione sottoscritto con l’AIASS è un importante strumento per coinvolgere maggiormente le famiglie sul tema e un aiuto concreto di supporto per coloro che assolvono tale funzione, per la stragrande maggioranza, nell’ambito famigliare.

Nel condividere lo spirito associativo e solidaristico di AIASS in ambito nazionale, sono convinto che potremo raggiungere insieme significativi risultati.”

 

 

silvestreSergio Silvestre – Presidente di AIASS

 

“ In Italia esistono territori in cui l’applicazione della legge sull’amministrazione di sostegno vede coinvolti, in sinergia tra loro, tutti i soggetti istituzionali che devono sovraintendere e soddisfare i bisogni delle persone pi๠fragili, le regioni, i comuni con i servizi sociali, la parte sanitaria, la protezione giuridica garantita dai Giudici Tutelari e soprattutto la società  civile tra cui le organizzazioni di volontariato che stanno dando un valido contributo, con il loro impegno diretto sia nelle gestione degli sportelli informativi che nel reclutare volontari disponibili ad assumersi tale impegno quando la famiglia non può provvederci.

Purtroppo non sempre ciò accade, molte regioni non hanno ancora attivato politiche per favorire queste sinergie e quindi spesso accade che le persone, che hanno bisogno di una protezione di questo tipo, siano abbandonate a se stesse ed il ricorso ad una forma di protezione diventa una corsa ad ostacoli.

Solo condividendo saperi diversi ed esperienze di buone prassi, possiamo tentare di accelerare questo irreversibile cambio di prospettiva che finalmente riconosce dignità  e il diritto anche  autodeterminazione a tante persone che per anni hanno subito gravi misure interdittive cancellando ogni loro possibilità  di agire.”

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