La crisi del settore domestico

L’Inps ha reso pubblici gli ultimi dati del settore domestico in Italia.

Riportiamo le considerazioni di Professione in Famiglia e i dati relativi.

I dati che emergono dall’osservatorio Inps sul lavoro domestico confermano purtroppo la tendenza più volte da noi denunciata della crisi nel settore di ausilio familiare.

La perdita occupazionale del 2022 riporta i numeri al 2019. Ciò significa che i provvedimenti di regolarizzazione spot adottati nel 2020 per il settore hanno solo permesso l’uso strumentale della norma per regolarizzare la presenza di extracomunitari nel paese, spostandosi in seguito verso altri settori o ritornando nel lavoro nero.

Altro dato allarmante è il permanente invecchiamento della forza lavoro che, con il 62% di ultracinquantenni conferma il sostanziale blocco del turnover nel settore. Le dinamiche storiche dei flussi migratori provenienti da paesi comunitari paiono esaurite (Romania) mentre è pressoché impossibile ricevere nuova forza lavoro da paesi extra UE se non in forme irregolari.

Non tragga in inganno l’aumento delle italiane nel settore. Pensiamo si tratti prevalentemente dall’ottenimento della cittadinanza italiana a determinare questo dato.

La risposta del mercato è quindi stata la riduzione delle ore lavorate, in parte determinate dalla pandemia (smart working) ma anche dalle difficoltà economiche delle famiglie. Il calo delle badanti ne è una conferma, invertendo per la prima volta un trend di crescita permanente negli anni.

Si tratta quindi di essere realistici e ammettere che la cura della persona non può più essere attribuita a personale dequalificato e precario ma operare un salto riformatore sul modello francese.

Defiscalizzazione o voucher per la non autosufficienza da spendersi per l’acquisto di servizi di assistenza di ausilio familiare tramite imprese specializzate e accreditate. Questo permetterebbe un aiuto tangibile alle famiglie, una maggiore qualificazione dei servizi assistenziali e migliore sicurezza sociale per le lavoratrici.

Si dovrà inoltre riformare radicalmente la politica dei blocchi migratori extra UE agendo sui flussi verso le imprese del settore. Entrate programmate attraverso percorsi di formazione e per bacini territoriali debitamente monitorati dagli enti pubblici preposti e destinati per i primi anni esclusivamente verso le imprese del settore.

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